Americano, ricetta del primo cocktail Italiano

19 min

Ricordo ancora la prima volta che ho assaggiato il cocktail Americano, avevo probabilmente 18 anni (non si può dire che ero minorenne) e, dopo il primo sorso, ho pensato: ’cavolo che schifo, come si fa a bere un drink così amaro?’

Crescendo i gusti cambiano e ora l’Americano è uno dei miei cocktail preferiti e probabilmente quello che bevo di più quando esco con amici, colleghi o Chiara a fare un aperitivo.

Infatti, per via della sua nota amaricante e del suo tenore alcolico medio basso, l’Americano è perfetto da bere durante l’aperitivo.

Rispetto al Negroni, suo cugino di primo grado e altro famoso aperitivo, è meno impegnativo perché meno alcolico e meno aromatico. Non fraintendermi, anche il Negroni è un cocktail eccezionale che però è più difficile da preparare, proprio per la presenza del gin. Se vuoi saperne di più sulla preparazione del Negroni, clicca qui.

Tornando all’Americano vediamo ora la ricetta, gli strumenti necessari, la giusta tecnica di preparazione e qualche consiglio che solitamente riservo ai miei corsisti.

Prima di procedere però voglio fare un’importante premessa: le quantità sono soggettive, dovete imparare a bilanciare le ricette assaggiando. A seconda del vermut o del bitter che scegliete, dovete trovare il giusto equilibrio gustativo.

Qua sotto un ricetta di partenza per non sbagliare.

Ricetta cocktail Americano

  • 45 ml Bitter o Amaro
  • 45 ml Vermouth dolce
  • Una spruzzata di soda (acqua frizzante)
  • Twist di limone
  • Fetta di arancia (opzionale)

Strumentazione

  • Tumbler basso da 35cl
  • Jigger
  • Bar spoon
  • Pelapatate
  • Tagliere e coltello
  • Paletta per il ghiaccio

Come fare il cocktail Americano

  1. Come prima cosa raffredda un tumbler basso da 35 cl. La cosa migliore sarebbe quella di tenerlo in congelatore, ma va bene anche raffreddarlo con ghiaccio. Se usi ghiaccio ricordati di scolare l’acqua che si è formata durante il raffreddamento del bicchiere;
  2. Versa 45 ml di Bitter e 45 ml di Vermouth. A quests punto, probabilmente, il ghiaccio si sarà ‘assestato’ all’interno del bicchiere. Se è sceso troppo, aggiungi qualche cubetto;
  3. Versa delicatamente la soda (o acqua frizzante) ben fredda fino a colmare il bicchiere. La soda deve essere gelida. Scopri il perché cliccando qui. Molto importante: il ghiaccio NON deve galleggiare.  Se vuoi scoprire il perché leggi il mio articolo sul ghiaccio.
  4. Miscela delicatamente dal basso verso l’alto per amalgamare gli ingredienti. Questo passaggio è molto importante, molto spesso ho bevuto degli Americani stratificati;
  5. Aggiunti una fetta di arancia e una scorza di limone. La scorza deve essere ‘strizzata’ (twist di limone) sulla superficie del drink.

    La fetta di arancia è un ingrediente sempre presente, che tuttavia io sconsiglio di utilizzare. A livello gustativo dona una nota dolce/acida che a me non fa impazzire. Inoltre, se ci pensate, è uno spreco. Dall’arancia potete ricavare sia lo scorze che il succo. Con le scorze potete decorare l’Americano, mentre il succo lo potete utilizzare in altri drink che richiedono questo ingrediente.

Quali Bitter usare per l’Americano

Come ho già detto le ricette non sono statiche, ma sono un ottimo punto di partenza. In commercio esistono tantissimi Bitter, ciascuno con un gusto diverso, e non è possibile pensare che la ricetta che ti ho proposto vada bene per tutti i prodotti sul mercato.

Pensa per esempio alla differenza tra Bitter Campari e Bitter Fusetti: il primo è molto più amaro del secondo.

È vero, il bitter più famoso è il Campari, ma non è l’unico. In commercio sono facili da reperire i bitter prodotti da Fusetti, Casoni, Berto, Gagliardo, Rossi d’Angera, Martini, Nardini, Carlo Alberto, Poli, Negroni, Luxardo, Pallini e tanti altri.

Riguardo al Bitter devi sapere una cosa molto importante: non c’è differenza merceologica tra Amaro e Bitter, sono tecnicamente la stessa cosa. Non è vero che il Bitter da usare per l’Americano debba essere per forza di colore rosso. Per esempio io adoro il Bitter delle Sirene o il Fusetti Nature.

Anche a livello storico questa distinzione non ha senso: pensa che la prima versione dell’Americano era fatta con Fernet Branca, un prodotto molto diverso da Campari a livello gustativo.

Quale Vermouth usare nell’Americano

Anche sui vermouth c’è l’imbarazzo della scelta: Carpano, Berto, Cocchi, Macchia, del Professore, Martelletti, Carlo Alberto, i nuovi vermut prodotti da Martini e Cinzano (non tutti i prodotti di queste aziende sono vermouth) e tanti altri ancora!

Come per i Bitter, anche per i Vermouth c’è una cosa che devi sapere: non devi per forza usare il vermouth rosso!

Dal punto di vista merceologico si possono distinguere i vermouth per colore e/o quantità di zucchero. Per quanto riguarda la miscelazione è molto più importante distinguere i vermouth tra dolci e secchi (dry o extra dry).

Per fare un Americano serve un vermouth dolce: non limitarti ad usare il dolce rosso, può usarlo anche se è ambrato o bianco, l’importante che sia dolce e si sposi bene con il bitter che hai scelto.

Puoi usare anche un vermouth bianco, attenzione però alla quantità di bitter: il vermouth bianco è solitamente più delicato di quello rosso o ambrato.

L’Americano come una volta

Ti ricordi che all’inizio ti ho detto che puoi tranquillamente modificare le proporzioni del tuo Americano a seconda dei prodotti che usi? Ecco, puoi fare questo anche con la soda: nessuno ti vieta di cambiare bicchiere e servire il drink allungato con più acqua frizzante.

Potrai pensare che questa cosa sia particolarmente rivoluzionaria, invece ti dico che fare un Americano con proporzioni diverse a seconda dei prodotti e con molta più soda, è una cosa che già si faceva negli anni ’30, ben prima della nascita dell’IBA e della sua famosa lista.

Qua sotto ho riportato uno stralcio di Mille Misture di Elvezio Grassi, testo pubblicato nel 1936. Come vedi l’Americano non era un drink, ma una famiglia di drink, le proporzioni cambiano a seconda dei prodotti e la soda è sempre il 50% della ricetta.

La storia del cocktail Americano

cocktail americano

La storia dell’Americano è particolarmente interessante.

Ho fatto una masterclass su questo tema insieme a Lucio Tucci, uno dei più importanti storici della miscelazione italiani. Se vuoi vedere la masterclass, clicca qui.

Lucio Tucci, insieme a Mauro Majoub, ha scritto anche l’Ora dell’Americano per la casa editrice HOEPLI (la stessa per cui scrivo io) che puoi comprare in qualunque libreria e su Amazon.

Twist sull’Americano

Prima di salutarci vi voglio anche proporre un twist sull’Americano.

Per chi non lo sapesse, un twist è una variante che i barman preparano cambiando ingredienti ma ispirandosi alla struttura della ricetta originale. Clicca qui per scoprire l’Abissinia, Americano con note di caffè e amarena!

Buona miscelazione,
Giovanni

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Autore

  • Giovanni Ceccarelli

    Sono l'ideatore e coordinatore del blog e del progetto Cocktail Engineering. Per pagarmi gli studi universitari dal 2007 ho iniziato a lavorare come bartender in diversi locali tra Pesaro, Fano e la Riviera romagnola. Nel 2010 mi sono laureato in Ingegneria Energetica (ben presto ho capito che questa non era la mia strada). Dal 2011 sono docente in Drink Factory nei corsi di Miscelazione Avanzata e Preparazioni Home made. Dal 2013 al 2016 ho scritto di scienza e cocktail sulla rivista BarTales. Nel 2016 ho aperto questo blog e lavoro come consulente per Vargros per il quale seleziono spezie ed altri ingredienti.

Tempo di preparazione

1 min

Tecnica di preparazione

Build

Ingredienti
  • • 45 ml Bitter o Amaro
  • • 45 ml Vermouth Dolce
  • • Top di Soda
  • • Twist di limone
  • • Fetta di arancia (opzionale)
Strumenti
  • • Tumbler basso da 35cl
  • • Jigger
  • • Bar spoon
  • • Tagliere e coltello
  • • Pelapatate
  • • Paletta per il ghiaccio
Autore
Giovanni CeccarelliDivulgatore, docente, consulente
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