Planter’s Punch: modo di bere giamaicano a base rum

12 min

Se sei un appassionato di rum e della miscelazione con rum, sicuramente conoscerai il Planter’s Punch.

Se stai però pensando alla ricetta composta da rum scuro, succo di arancia, succo di ananas e granatina, sei fuori strada.

In questo articolo non ti parlerò di quell’intruglio senza arte né parte.

Dico ‘intruglio senza arte né parte’ non perché quella ricetta sia alla base di un drink cattivo, quanto perché, nella miscelazione tropicale, è fondamentale la scelta del rum per definire un determinato drink.

Se sei confuso non ti preoccupare, provo a spiegarmi meglio.

Daiquiri, Canchanchara, Caipirinha, Ti Punch, Planter’s Punch sono strutturalmente tutti lo stesso drink, composti tutti dagli stessi ingredienti: rum, lime e zucchero (o altro dolcificante).

Ciò che cambia, ciò che li caratterizza, e permette di chiamarli in un modo, o nell’altro, è il rum.

Con un ron cubano, rum-lime-zucchero è un Daiquiri, con una Cachaça è una Caipirinha, con un rhum agricole è un Ti Punch e con un rum giamaicano è un Planter’s Punch.

La Miscelazione Tropicale è infatti tradizione, evoluzione di modi di bere rurali con i prodotti di terre lontane, ancora oggi avvolte da un ineluttabile e misterioso fascino. Tradizioni che si scontrano e si fondono con le culture di tutto il Mondo e che hanno portato all’innovazione dei prodotti alcolici e delle tecniche oggi base della Miscelazione Cubana o Tiki.

Il tropicale è un argomento talmente vasto e affascinante che io e Gianni Zottola abbiamo sviluppato un corso di tre giorni sulla Miscelazione Tropicale.

Abbiamo addirittura scritto una pubblicazione universitaria, insieme al Prof. Simone Betti, docente di geografia dell’Università di Macerata, intitolata Drinkscapes Caraibici: rum, lime, zucchero.

Storia del Planter’s Punch

Tornando al Planter’s Punch, possiamo tranquillamente affermare che, nella sua versione originale, questa miscela non è da intendersi come cocktail, ma come modo di bere rum, composto semplicemente dai 3 ingredienti alla base di qualunque pozione dei caraibi: rum, lime e zucchero.

Ma come è nato il Planter’s Punch? Rispondere a questa domanda non è particolarmente semplice, però possiamo iniziare il nostro percorso storico spostandoci sull’isola di Barbados. Richard Ligon, esploratore vissuto nel XVII sec., nel suo libro A true and exact history ofBarbados , ci racconta come il Kill Devil, un distillato che potremmo definire antenato del rum, venisse somministrato agli schiavi che lavoravano nelle piantagioni.

una rappresentazione di un proprietario terriero e uno schiavo ai caraibi
Padrone e schiavo

Citando testualmente: “Infinitely strong, but not very pleasant in taste […] has the virtue to cure and refresh the poor Negroes whom we ought to have a special care of, by the labor of whose hands our profit is brought in. […] It is helpful to our Christian Servants too; for, when their spirits are exhausted, by their hard labor, and sweating in the Sun, ten hours every day, they find their stomach debilitated, and much weakened in their vigor every way, a dram or two of this Spirit, is a great comfort and refreshing”.

Semplificando un concetto e un processo complesso, possiamo ragionevolmente affermare che il Planter’s Punch, così come molte altre miscele tropicali, siano nate per rendere gradevoli al gusto dei distillati dal sapore sgradevole, miscelandoli con gli ingredienti autoctoni di quelle zone: acqua, lime, canna da zucchero o spezie.

E i Planter’s Punch moderni? Questa è una storia per un altro articolo. Ti posso però dire che a dare nuova vita e rendere famoso questo drink è stato Don the Beachcomber, il padre della miscelazione Tiki.

Vediamo insieme la ricetta ‘originale’ del Planter’s Punch.

Ingredienti

  • 60 ml Rum giamaicano
  • 30 ml Succo di lime fresco
  • 20 Sciroppo di zucchero

Strumentazione

  • Tumbler alto da 30-35 cl
  • Bar spoon
  • Jigger
  • Paletta per il ghiaccio

Preparazione

Versa il rum, il lime e lo zucchero nel bicchiere di servizio.

Aggiungi ghiaccio e inizia a miscelare con movimenti circolari (stir) fino a raggiungere la diluizione desiderata.

Decora con una fettina di lime o con una rondella di lime disidratato.

Consigli

Come hai potuto vedere dalla preparazione, il Planter’s Punch, nella sua versione tradizionale (comunque adattata a tecniche e ingredienti moderni), è molto molto facile da preparare.

L’unica cosa a cui devi prestare veramente attenzione è il giusto equilibrio tra gli ingredienti a seconda del rum giamaicano che scegli di utilizzare.

Myers’s, Appleton, Wray e Nephew, J. Wray, Rum fire, Worthy Park sono tutti ottimi rum giamaicani, ciascuno dei quali però con le proprie caratteristiche organolettiche.

Se scegli un dark particolarmente morbido come Myers’s prova a ridurre leggermente lo zucchero mentre se utilizzi un overproof chiaro, potresti dover diminuire la quantità di rum.

Come sempre ricordati di bilanciare il drink a seconda dei prodotti che utilizzi.

Buona Miscelazione,
Giovanni

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Autore

  • Giovanni Ceccarelli

    Sono l'ideatore e coordinatore del blog e del progetto Cocktail Engineering. Per pagarmi gli studi universitari dal 2007 ho iniziato a lavorare come bartender in diversi locali tra Pesaro, Fano e la Riviera romagnola. Nel 2010 mi sono laureato in Ingegneria Energetica (ben presto ho capito che questa non era la mia strada). Dal 2011 sono docente in Drink Factory nei corsi di Miscelazione Avanzata e Preparazioni Home made. Dal 2013 al 2016 ho scritto di scienza e cocktail sulla rivista BarTales. Nel 2016 ho aperto questo blog e lavoro come consulente per Vargros per il quale seleziono spezie ed altri ingredienti.

Tempo di preparazione

2 min

Tecnica di preparazione

Stir o Shake

Ingredienti
  • • 60 ml Rum giamaicano
  • • 30 ml Succo di lime fresco
  • • 20 ml Sciroppo di zucchero
Strumenti
  • • Tumbler alto da 30-35 cl
  • • Bar spoon
  • • Jigger
  • • Paletta per il ghiaccio
Autore
Giovanni CeccarelliDivulgatore, docente, consulente
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