Ghiaccio nei drink: temperatura finale e diluizione

8 min
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Questo articolo si aggiunge ai 3 articoli pubblicati su questo blog riguardanti l’argomento ghiaccio. Per chi se li fosse persi o li volesse ripassare trovate i link qua sotto e un breve riassunto.

1) Ghiaccio nei drink: quanto e perché. In questo articolo ho spiegato il meccanismo di raffreddamento del ghiaccio e introdotto concetti come calore specifico e calore latente di fusione.
2) Ghiaccio nei drink: tempo, temperatura e diluzione. In questo articolo ho dimostrato come una maggiore superficie di contatto ghiaccio-liquido comporti un raffreddamento più veloce e che quindi, a parità di tempo, più ghiaccio diluisce di più. Questo aspetto non è da sottovalutare nei drink build.
3) Ghiaccio nei drink: sfera, chunk o cubetti?.In questo articolo ho analizzato l’impatto di una sfera, di un chunk di ghiaccio e dei cubetti su un drink. Il concetto è lo stesso espresso nel secondo articolo.

Ho deciso di intitolare questo post Ghiaccio nei drink: temperatura e diluizione perché metto in relazione la temperatura che raggiunge un drink con la diluizione generata. Il risultato è molto interessante.

L’esperimento

1) Come potete vedere nelle foto qua sotto ho preso due bicchieri identici, alla stessa temperatura, riempiti con 100 grammi di gin.

Campione 1: 100 grammi di gin.
Campione 2: 100 grammi di gin.
Entrambi i liquidi sono alla stessa temperatura, circa 28°C

2) Ho messo all’interno dei due bicchieri quantità diverse di ghiaccio (3 e 6 cubetti) e ho miscelato (stir) con la sonda del termometro fino a raggiungere la temperatura finale di 8°C. Ho agito in sequenza, prima raffreddando un bicchiere e poi l’altro. Ho fatto questo per garantire una simile velocità di stir (anche se, dopo aver analizzato i dati, ci rendiamo conto che non è così influente sul risultato finale).

Qui sotto la foto del secondo passaggio.

Raffreddare i drink con 3 o 6 cubetti richiede un tempo diverso. 3 cubetti richiedono più tempo mentre 6 cubetti meno tempo perché la superficie di contatto di 6 cubetti è maggiore. Portare il drink a 8°C con 3 cubetti ha richiesto una decina di secondi in più rispetto ai 6 cubetti. Se vuoi approfondire leggi il mio articolo Ghiaccio nei drink: tempo, temperatura e diluzione.

3) Dopo aver raffreddato fino alla stessa temperatura (8°C) ho filtrato e pesato il liquido ottenuto in entrambi i casi. La differenza di peso è la diluizione generata.

Campione 1: i 3 cubetti, per portare il gin a 8°C, hanno generato 32.6 grammi di acqua.
Campione 2: i 6 cubetti, per portare il gin a 8°C, hanno generato 33.2 grammi di acqua.

Risultato

A parità di temperatura raggiunta, raffreddare con 3 o 6 cubetti ha generato una diluizione molto simile. Per noi mezzo grammo di differenza è assolutamente trascurabile. Possiamo dire che la diluizione è la stessa.

Questo è molto interessante perché ci suggerisce che il calore che arriva dall’esterno sembra non influire sul raffreddamento e sulla diluizione, se la differenza di tempo richiesto per raffreddare non è così elevata. Per completezza di informazioni, la temperatura della stanza era circa 28°C.

A questo punto si aprono altri interrogativi

Quanta deve essere la differenza di tempo affinché il calore che arriva dall’esterno non sia più trascurabile?

Se l’ambiente esterno è molto più caldo, questa differenza di tempo (10-15 sec) è significativa?

Se utilizzo un bicchiere in metallo o un mixin’ glass in metallo, il calore esterno ha impatto sulla diluizione (essendo il metallo un ottimo conduttore)?

Proverò a rispondere a queste domande in futuro!

Buona miscelazione,
Giovanni

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Autore

  • Giovanni Ceccarelli

    Sono l'ideatore e coordinatore del blog e del progetto Cocktail Engineering. Per pagarmi gli studi universitari dal 2007 ho iniziato a lavorare come bartender in diversi locali tra Pesaro, Fano e la Riviera romagnola. Nel 2010 mi sono laureato in Ingegneria Energetica (ben presto ho capito che questa non era la mia strada). Dal 2011 sono docente in Drink Factory nei corsi di Miscelazione Avanzata e Preparazioni Home made. Dal 2013 al 2016 ho scritto di scienza e cocktail sulla rivista BarTales. Nel 2016 ho aperto questo blog e lavoro come consulente per Vargros per il quale seleziono spezie ed altri ingredienti.

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Giovanni CeccarelliDivulgatore, docente, consulente
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