Gli Home-Made come strumento di Marketing

3 min
home made marketing

Dopo aver visto il titolo di questo articolo, immagino tu ti stia chiedendo che viaggio mentale mi sia fatto per arrivare ad affermare che le Preparazioni Home-Made siano uno degli strumenti di marketing al servizio dei cocktail bar.

Se avrai voglia di continuare a leggere questo articolo proverò a spiegarti il perché.

Come prima cosa, partiamo da un’analisi della situazione attuale.

Viviamo in un’epoca in cui qualsiasi cliente è in grado di acquistare con pochi click la maggior parte delle referenze disponibili in qualunque cocktail bar. Farsi dei buoni cocktail in casa è sempre più alla portata di tutti e, come se non bastasse, stanno emergendo sempre più aziende che imbottigliano cocktail ready-to-drink di altissima qualità.

È quindi chiaro che la value proposition di un bar, o per farla più semplice, la proposta che il bar fa al target a cui si rivolge, deve necessariamente concentrarsi su argomenti più attrattivi o ancor meglio, più differenzianti.

Tornerò in un altro articolo sul tema del differenziarsi: in questo articolo vorrei farti capire perché sono fermamente convinto che gli home-made siano uno strumento di marketing al bar.

Infatti, se è vero che un prodotto home-made non è sempre qualitativamente superiore ad un prodotto industriale, è invece sempre vero che un prodotto home-made viene mediamente percepito dai clienti come più qualitativo di un prodotto industriale.

Quante volte ti è capitato di mangiare in un ristorante un piatto di pasta fresca “fatta a mano dalla cuoca” e di pensare che quel piatto avesse quel qualcosa in più?

Se ti chiedessi se sia qualitativamente migliore una giacca disegnata e cucita da un sarto su di te o una giacca comprata in un centro commerciale, cosa risponderesti?

È evidente che hand-made e tailor-made siano concetti affini a quello di home-made, il quale però mostra un profilo caratteristico rispetto agli altri due: ogni cosa “fatta in casa” (home-made) rassicura e convince, perché viene associata a quella tipica dimensione casalinga, in cui tutto profuma di amorevolezza familiare.

Declinando il concetto alle tue preparazioni al bar, a fronte dell’indicazione “home-made”, vengono percepite dal cliente come la “tua” versione di quell’ingrediente.

Tutto questo opera in modo determinante sulla sua esperienza di bevuta, perché lo induce ad un duplice ordine di considerazioni più o meno inconsce.

La prima considerazione riguarda il barman.

Il cliente penserà che il barman deve essere certamente bravo se ha un livello di conoscenze tale non solo da essere in grado di realizzare la ricetta di un drink, ma addirittura di creare uno o più ingredienti che lo compongono.

La seconda considerazione riguarda invece il locale.

Il cliente infatti penserà che questo cocktail bar usa ingredienti migliori di un cocktail bar che usa esclusivamente prodotti confezionati.

La realtà ed il marketing non sempre coincidono ovviamente (anzi il marketing opera proprio sul piano opposto) e la creazione di aspettative alte può rivelarsi un pericoloso boomerang, se si punta soltanto sulla suggestione, ma non è questo il punto.

Il tuo obiettivo come professionista è quello di creare una proposta di valore per gli avventori del tuo cocktail bar, per fare in modo che continuino a sceglierlo nel corso del tempo.

L’ingrediente home-made, a patto che sia ben realizzato e valorizzato all’interno di una ricetta, verrà percepito, nella maggior parte dei casi, come un punto di forza ed un tratto distintivo, fino a diventare un vero e proprio driver di scelta del cliente quando si ritroverà a dover decidere dove andare a bere la volta successiva.

Per questo, se decidi di puntare su una o più preparazioni home-made, fai in modo che emerga chiaramente all’interno della drink list.

A fine serata, il cassetto del locale ringrazierà.

Buona miscelazione,
Giovanni

Autore

  • Giovanni Ceccarelli

    Sono l'ideatore e coordinatore del blog e del progetto Cocktail Engineering. Per pagarmi gli studi universitari dal 2007 ho iniziato a lavorare come bartender in diversi locali tra Pesaro, Fano e la Riviera romagnola. Nel 2010 mi sono laureato in Ingegneria Energetica (ben presto ho capito che questa non era la mia strada). Dal 2011 sono docente in Drink Factory nei corsi di Miscelazione Avanzata e Preparazioni Home made. Dal 2013 al 2016 ho scritto di scienza e cocktail sulla rivista BarTales. Nel 2016 ho aperto questo blog e lavoro come consulente per Vargros per il quale seleziono spezie ed altri ingredienti.

Autore
Giovanni CeccarelliDivulgatore, docente, consulente

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